L’inganno del relativismo umano

O breve elogio della legge
Le ultime vicende dell’invasione Russa ai danni dell’Ucraina mi hanno dato da pensare su una facoltà della mente umana. Parlando con la mia compagna, infatti, mi sono ritrovato a dirle: “Dobbiamo stabilire una linea, una serie di eventi che, se si dovessero avverare, ci faranno lasciare l’Italia.”
Ma perché, istintivamente, ho percepito questa necessità?

Mi sono chiesto, essenzialmente, quale differenza vi fosse tra gli Ebrei che avevano avuto la lungimiranza di abbandonare la Germania nazista contro quelli che avevano (a posteriori erroneamente) deciso di rimanere. Di seguito la risposta che mi sono dato.

L’essere umano ha a sua disposizione una facoltà estremamente importante: la duttilità del suo intelletto. Questo ci consente, normalmente, di adattarci a nuove situazioni, accettando assieme a quelli che vediamo come assiomi immutabili delle nuove possibilità. Questo fa si che la nostra mente prenda la forma delle circostanze che avvengono, similmente ad un liquido che prende la forma di un recipiente: l’intelletto è il liquido, il recipiente la realtà. Eppure di per se la logica è molto poco flessibile; difatti, ciò che cambia è il nostro stato d’animo interiore, ovvero ciò che consideriamo “accettabile” da ciò che, normalmente, non lo è.

Essendo il nostro io mutevole, in ogni evoluzione si modificano quelle categorie che denominiamo come “accettabili” o “non-accettabili” e tutto questo è dettato da un sentimento, il sentimento di accettazione o rigetto. Questi principi cardine, in realtà, non sono che la reazione emotiva a determinati eventi, e questo è estremamente importante poiché, seppur nel momento in cui esistiamo ci appaiono come realtà o postulati immutabili, questi giudizi si modifichino anche radicalmente nel tempo. Questo perché, come tutte le emozioni, nel momento in cui vengono provate sono eterne, ma questo vale solo nel momento dell’esistenza di quell’Io, che esiste un attimo per poi scomparire. Difatti, è totalmente possibile amare per sempre un giorno per poi non voler rivedere più la propria amata il giorno dopo. Logicamente non vi è alcuna contraddizione dal momento che siamo, essenzialmente, due Io modificati a provare sentimenti differenti.

Da questo motivo, nasce quella sensazione umana di voler instaurare delle regole, delle tavole di leggi, delle costituzioni. Questo bisogno di leggi è, essenzialmente, il voler creare dei fari morali artificiali per il nostro Io, di modo che, durante il nostro navigare nel mare della vita, riusciremo sempre a identificare quei punti cardine che, per un qualsivoglia motivo, sono stati estremamente importanti per noi. Un po’ come segnare il tracciato percorso per ricordarsi dei luoghi più ameni.

Ma come scegliere una legge? Come scegliere questi fari morali? Dal mio punto di vista, è fondamentale definire questi stadi in quello che potremmo chiamare uno stato di normalità, ovvero sia una condizione di default in cui la nostra esistenza e serena e comprovatamente possibile. In questi casi, io tiro una linea, e decido che, se quella linea verrà superata, nonostante io in quel momento futuro potrò pensare: “dai solo un altro po’, aspetto ancora un poco” io mi tirerò indietro. Allo stesso modo farebbe una persona coscienziosa prima di entrare in un casinò, non importa quanto allettante o quante promesse o quanti calcoli farò al momento, uscirò dal casinò se avrò speso più di X. Questo fa si che noi disegnamo, in qualche modo, la nostra persona ed il nostro essere, scegliendo via via quei fari che per noi sono stati importanti ed integrandoli nella nostra memoria. E da questo si percepsice tutta la forza di questo concetto, l’importanza dunque della memoria per conservare questi stati dell’Io, e di come la memoria sia fondamentale non solo per la logica ma anche, e soprattutto, per la costruzione dell’Io e della propria personalità – o forse, più propriamente, potremmo dire per ricordarne la scoperta – .
Dunque appare chiaro come per l’essere umano questo sia fondamentale, la legge è fondamentale, le regole sono fondamentali, che vengono stabilite anche ad un livello morale interiore. Questo ci fa percepire come la Morale non sia un qualcosa di immutabile ed intrinseco nell’anima, ma come il ricordo delle sensazioni dell’Io all’esposizione ad alcuni fatti o pensieri, la nostra Morale è costruita a partire dalla nostra reazione alla vita.

Le leggi, dunque, in tutte le loro forme sono fondamentali per l’essere umano ma non perché siano giuste, ma solo perché sono necessarie, poiché, artificialmente, abbiamo il bisogno di limitare quella fantastica qualità che ci spinge a sopravvivere in ogni circostanza, che ha consentito per millenni, dai tempi dello schiavismo a quelli dei gulag, alle persone di sopravvivere nelle circostanze più avverse.

Il mio consiglio è di definirvi delle leggi, dei limiti da non superare poiché come diceva Zagrebelsky, queste regole, sia morali che sociali sono “ciò che ci siamo dati da sobri a valere per i momenti in cui siamo ubriachi”.

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